I bilanci infra-annuali e tutte le elaborazioni contabili connesse non sono da sole più sufficienti a fornire risposte tempestive per monitorare efficientemente l’evoluzione economico-finanziaria dell’impresa che invece necessita di flussi di informazione celeri; se poi consideriamo che i bilanci fotografano una situazione precedente ed immodificabile, ecco che le informazioni da estrapolare devono essere propedeutiche alle scelte future più che alla mera analisi di quanto già accaduto.
Per superare tale gap manifestato in maniera sempre più evidente dal bilancio e dagli strumenti ed i sistemi contabili “classici”, con evidenti riflessi sulla gestione aziendale, è sempre più utilizzato il Controllo di Gestione finalizzato sia alla corretta analisi storica dei fatti accaduti ma anche e soprattutto quale ausilio per l’assunzione di decisioni future non più basate sul solo intuito che, spesso, può sfociare in approssimazione.
L’implementazione di un controllo di gestione quale strumento di indagine finalizzato alla creazione di informazioni specifiche e di dettaglio per l’analisi della situazione aziendale, necessita di specifici dati a supporto dello staff dell’imprenditore. La tenuta di una contabilità ordinaria, seppur gestita correttamente, non è da sola utile a tale scopo, necessita l’adozione di un sistema di contabilità analitica che contribuisca alla raccolta di tutte le informazioni indispensabili per la creazione di un sistema di Controllo di Gestione affidabile ed utile al tempo stesso.
L’IMPRENDITORE ED I SUOI COLLABORATORI SI AFFIDANO AL CONTROLLO DI GESTIONE?
“La domanda sorge spontanea”, rifacendoci ad un famosa frase giornalistica, ed in effetti l’esperienza sul campo porta ad affermare che non sempre le MICRO e le PMI si affidano ad esso; il “salto di paradigma” di solito passa dalla consapevolezza dell’esistenza del problema della corretta “misurazione” dei fatti aziendali che non sempre l’imprenditore ed il suo staff percepiscono per tempo e, se lo fanno, molto spesso ne minimizzano le potenziali conseguenze.
In questi casi è necessario risolvere, da parte di chi si occuperà di progettare e gestire il sistema di controllo di gestione, anzitutto il problema organizzativo aziendale con l’adozione di “adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili”; l’efficienza del sistema e la sua efficacia dipenderanno in gran parte proprio dalla struttura organizzativa, dalla corretta allocazione delle risorse, dalla efficienza delle HR e da un sistema di “produzione” delle informazioni che sia corretto, tempestivo ed affidabile; solo successivamente si passerà alla creazione del sistema di controllo.
I PRINCIPALI MOTIVI CHE SPINGONO A CREARE/IMPLEMENTARE UN CORRETTO ED EFFICIENTE SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE
• necessità di avere informazioni di dettaglio sul processo produttivo e le sue dinamiche economico-finanziarie.
• necessità di analizzare i risultati, qualora necessario, per singole aree di prodotto/business;
• difficoltà di misurazione dei margini dei prodotti e/o delle commesse con la conseguente impossibilità di centrare corrette politiche di “pricing” e/o individuare le attività specifiche sulle quali “puntare”;
• necessità di programmare l’attività futura, di avere una visione prospettica delle azioni da intraprendere e dei “numeri” da realizzare/monitorare a medio/lungo termine;
• disallineamento tra i risultati infra-annuali ottenuti rispetto ai budget previsionali (siano essi su base mensile, trimestrale o semestrale).
Connesse alle problematiche sopra evidenziate si possono poi manifestare infinite altre esigenze specifiche che solo attraverso la conoscenza dell’azienda e delle sue dinamiche è possibile individuare, affrontare e risolvere.
Ecco perchè l’imprenditore ed il suo staff devono porre l’attenzione sul controllo di gestione perchè in azienda “tutto è misurabile” ed è indispensabile farlo affinchè “la nave possa navigare con una rotta ben definita” e con tutti gli strumenti necessari a modificarne per tempo, qualora necessario, la rotta.
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